Storia
No, non ho cominciato a truccarmi da piccola, ma come te, probabilmente, la figura della mia mamma mi ha influenzato tanto.
Il più vivido ricordo che ho di lei è davanti allo specchio, in quella luce che scalda il cuore, mentre si sistema i capelli e mette il rossetto rosa scuro. Spruzza Alien, di Thierry Mugler, e tutta la stanza si riempie con la sua dolcezza, mentre lei con quei movimenti tanto decisi quanto femminili, si prepara ad uscire.
Chissà se si è mai accorta che le ho rubato il suo ombretto nero della Shiseido. Sicuramente si. Ma con quella delicatezza e quella comprensione di cui solo le mamme sono capaci nei confronti di un figlio, ha capito e non ha mai detto nulla.
Non lo presi per applicarlo, ma per custodirlo. Custodirlo come un tesoro. E, sai, dopo quasi 30 anni lo custodisco ancora perchè è una delle cose più preziose che ho.
Sono capitata, un giorno, non ricordo come, nè ricordo il perchè, sulla foto di un bodypainting di Kryolan. E si è accesa la meraviglia nei miei occhi.
Quei colori, magnifici, vibranti, hanno illuminato il mondo sotto una nuova luce. E ho iniziato a comprare, a comprare, a scrivere, ad applicare. Così è nato The Lipglossary che mi ha portata a Vogue e a scrivere, e scrivere. Scrivere di Make Up e di bellezza.
Lavoravo come impiegata nelle pratiche auto e quel grigiore mi stava stretto. Il Make Up e la Cosmesi erano per me la mia ora d'aria. L'ora in cui potevo essere completamente assorbita da qualcosa che mi accendeva l'anima. E mi sono resa conto presto che il mio punto di vista di esploratrice non mi bastava. Desideravo conoscere e scrivere di qualcosa che amavo con competenze più precise, più tecniche, più reali. Allora ho iniziato a cercare corsi di formazione professionale.
Più di 20 anni fa le occasioni di formazione erano davvero molto rare e gli unici corsi professionalizzanti erano a Roma o Milano. E mi sembravano irraggiungibili dalla mia Puglia. Le scelte che avevo erano pregare in ginocchio qualsiasi truccatore professionista che mi capitasse a tiro di insegnarmi qualcosa e frequentare quei corsi tenuti dalle aziende che non duravano più di un paio di giorni e che, più che insegnare Make Up, ti mostravano come usare i loro prodotti. E ho fatto tutto ciò che mi capitava a tiro.
Ho un meraviglioso ricordo, di quando scoprii che un truccatore di Roma era originario di un paesino vicino al mio e lo contattai per chiederci di incontrarci. Roberto Brillante, di Armani. Che mi ha insinuato la scintilla dell'approccio professionale alla cliente e ha senza ombra di dubbio influenzato tutti i miei lavori che sono venuti dopo. E passavano così le giornate, tra pratiche auto, libri, prodotti, gavetta e esperienze.
Un giorno andai da un mio amico parrucchiere e gli proposi di aprire un salone insieme. Lui avrebbe curato il lato capelli e io lo studio/negozio dedicato al trucco. E mi ha riso in faccia. Mi disse che il trucco e il parrucco per lui non erano una combinazione che avrebbe potuto funzionare e io rimasi allibita perchè, di fatto, ciò che migliora l'aspetto di una persona nel modo più completo possibile, sono proprio trucco e parrucco. Delusa, decisi di iscrivermi ad una Accademia per acconciatori.
E ho truccato,
Ho scritto,
Ho pettinato.
Quando ho truccato la mia prima acne - un'acne cistica per essere precisi - per un evento, lei se ne stava lì, seduta su quella sedia imbottita in salone, con quel tavolo pieno di prodotti, con i suoi occhi chiusi ad aspettare il risultato, mentre mi raccontava che lo stato della sua pelle la faceva sentire come se le avessero tappato le ali. Che non si sentiva donna. Che provava vergogna. Lo diceva con la voce spezzata dal disagio. E mi sono sentita responsabile.
Avevo il magone. Ero lì con il mio pennello piatto in mano mentre cercavo di coprire ad una ad una le imperfezioni e le cicatrici, e mi dicevo che io, a questa donna, dovevo qualcosa di più di un trucco.
E solo alla fine si è vista ed è arrivato il momento temuto per ogni make up artist, quello del responso. Un trucco occhi sui toni del viola, un colore che a quanto pare è sempre stato nel mio destino. Nella mia testa rimbombava il pensiero che forse avrei dovuto fare di più, pensiero interrotto da quella sua voce che emozionata mi diceva che non si era mai vista così normale, e la gioia di chi finalmente era in pace con sè stessa.
Ho lavorato per tante aziende.
Da profumerie a eventi della Moda, sfilate, televisione, cinema, per accademie e formando persone alla vendita.
Tutto mi ha arricchita.
Ma mai quanto truccare una pelle problematica.
Mai quanto insegnare.
Le persone da cui ho imparato di più sono stati i miei allievi.
Non ho mai voluto limitare la formazione al prodotto che avevo in mano, ma ragionare sulla pelle, sulla produzione di sebo, sulle interattività cosmetiche. Sulla chimica.
Dopo qualche tempo in Professione Make Up Artist, ho deciso di mollare tutto. Ero stanca di lavorare come freelance e per altri. E volevo un figlio.
È così che nel 2016 è nata MUTinArt Make Up Academy.
Siamo nati supported by Kryolan, il mio primo, grande amore. E poi ho mollato.
Nel 2019, è morta Viola, mia figlia. Ed è cambiato tutto, anche la mia visione della professione. Ho iniziato ad estraniarmi. Mi sono resa conto che alcune dinamiche, come quelle della moda, del fashion, non mi descrivevano, nè mi rendevano felice.
Questo è un concetto difficile da spiegare. Non che non mi piacesse o non ne ricavassi soddisfazione, ma lo trovavo fittizio, esecutivo, troppo facile, privo di emozione o di cuore. Mi sentivo scomoda nell'idea che il prestigio fosse dettato dal prodotto che stavo utilizzando perchè, di fatto, sono i truccatori che rendono prestigiose le aziende.
Non me ne fregava nulla nè delle tendenze, nè delle mode, anzi pensavo fosse pura ostentazione, al di là di quel gioco di comunicazione e di personalità.
E io avevo bisogno di riempire un vuoto enorme, di ricostruire attorno alle macerie. E di inseguire disperatamente quella felicità pragmatica e semplice di quando fai qualcosa di bello e il tuo cuore si scalda e si riempie.
E ho iniziato davvero a costruire rapporti.
Conoscendo i clienti.
Cercando di capire quali realmente fossero i loro obiettivi di bellezza, cercando di capire la loro vera personalità e cosa volessero davvero comunicare con la loro immagine.
È nata Iris e si è evoluto Michela Zitoli Make Up Artist Studio con il logo con le due viole, una che sarà sempre piccola e una grande. Ho modificato il programma accademico con l'All Skin Make Up Specialist e i corsi di cosmetologia e di consulenza di immagine. Ho ampliato il nostro assortimento da mono brand a tutto ciò che fosse iper tecnico e qualitativamente eccellente, truccando e insegnando per chimica e non per prodotto in sè. Per consulenza di immagine e personalizzazione e non per tendenza. Esigenze reali e non modelle professioniste e senza post produzione.
Ho creato un luogo dove la bellezza non è filtro ma competenza. Dove il make-up non si insegna per imitazione, ma si trasmette con passione e precisione. Dove ognuno può trovare il proprio spazio — per formarsi, per trasformarsi, per risplendere. Qui la bellezza si studia, si crea, si vive.